Parlare di musica e pensare a come questa abbia influenzato la società odierna è un argomento complesso ed affascinante.
Nicholas Cook – famoso musicologo nonché esponente della Royal Musical Association – scrive:
«Parlare della musica in generale è parlare di ciò che significa e, più essenzialmente ancora, di come la musica funziona (o potrebbe funzionare) come portatrice di significati. Perché la musica non è solo qualcosa di piacevole da ascoltare. Al contrario, è qualcosa di profondamente radicato nella cultura umana (così come non esiste una cultura priva di un linguaggio, non ce n’è una che sia priva di musica). La musica, in un modo o nell’altro, sembra essere un fatto naturale, sembra avere un’esistenza indipendente, eppure è intrisa di valori umani, del nostro senso di cosa sia buono o cattivo, giusto o sbagliato. La musica non è una cosa che capita: è una cosa che facciamo ed è ciò che ne facciamo. La gente pensa per mezzo della musica, decide chi essere con la musica, si esprime con la musica…. Nel giorno d’oggi decidere che musica ascoltare è una parte significativa del decidere e manifestare alla gente non solo chi si “vuole essere”, ma chi si è. “Musica” è una parola davvero piccola per poter comprendere qualcosa che assume tante forme quante sono le identità culturali e sottoculturali.>>
La musica ed i musicisti hanno, quindi, un ruolo importantissimo nella vita di miliardi di persone.
Una caratteristica, poi, interessante ed intrinseca della musica e dei musicisti (sembra scontato ma non lo è), è che essi hanno profondamente radicati nel proprio metodo creativo i concetti di contaminazione e diversità. Temi molto attuali, specialmente nel nostro paese…
Dietro ogni idea, melodia o canzone, che provoca una riflessione, un brivido, un’emozione od anche solo un momento di disincantato svago, c’è sempre un musicista ed il suo continuo ( e tanto, tanto) manuale lavoro.
Ed entrambi devono essere tutelati!
Ogni musicista richiede, infatti, grandi performance al proprio corpo: Un costante lavoro di pratica e reiterazione del movimento porta, si, all’eccellenza ma anche al logorio ed a molti traumi dello stesso. Forse talvolta non sembrano così evidenti, visti da fuori, ma, chi pratica uno strumento, condividerà.
Sforzi troppo intensi o traumi, possono portare a patologie che possono anche compromettere la carriera del musicista.
Per questo dobbiamo fare di tutto perché non accada loro niente e se qualcosa dovesse succedere dobbiamo saper mettere in campo tutti gli strumenti che possano permettere il ritorno all’ attività nel più breve tempo possibile.
Portiamo infatti a conoscenza delle possibili soluzioni assicurative per loro (ma anche per tutti coloro che fanno delle proprie mani un’attività creativa), siano essi professionisti o dilettanti.
Esistono appunto delle coperture infortuni che possono tutelare specificamente il musicista (ed altre professioni) con le dovute attenzioni e conoscenze.
Le polizze infortuni per i musicisti, oltre alle usuali garanzie quali capitale caso morte ed invalidità permanente, dovrebbero prevedere alcune accortezze:
- Supervalutazione delle mani
- Opzione ‘Fine Carriera’
- Indennità giornaliera per ricovero o gessatura
- Assistenza
Alcune coperture infortuni possono prevedere la cosiddetta ‘supervalutazione’ di una parte specifica del corpo, come le mani.
Cerchiamo di spiegare meglio.
Normalmente le polizze infortuni prevedono delle liquidazioni a seconda del grado di invalidità permanente causato da un infortunio. Il grado di invalidità, solitamente, è definito in alcune tabelle (INAIL od INPS), a cui le Compagnie si rifanno per le liquidazioni (pagamenti dei sinistri). Queste tabelle riportano le valutazioni del danno biologico per le menomazioni a seguito dell’infortunio, in percentuale. Sinteticamente, danno un grado di ‘’gravità’' dell’infortunio.
Giusto per fare un esempio: la perdita di un pollice (fatto che quasi certamente impedirà al musicista di continuare a svolgere la professione) può prevedere, seguendo la tabella Inail, un grado di invalidità permanente del 20%.
Ciò vuol dire che, se il musicista si assicurasse per € 100.000,00, la Compagnia, seguendo questa tabella, indennizzerebbe per € 20.000,00.
Si può prevedere, appunto la supervalutazione fino al 100% in caso di perdita totale, anatomica o funzionale degli organi indispensabili per lo svolgimento della propria attività.
Con questa garanzia se il musicista si assicurasse per € 100.000,0 e perdesse un pollice gli verrebbe liquidato fino al 100% del capitale assicurato.
Vi è poi un’opzione ancora più specifica chiamata 'end of career' che prevede il pagamento dell'intero ammontare assicurato per Invalidità permanente totale da attività lavorativa.
Il nostro musicista ha avuto un infortunio che gli ha impedito di proseguire la propria attività lavorativa? Con questa garanzia la Compagnia gli liquida il 100% del capitale assicurato. Una bella differenza, a cui prestare attenzione ed orecchio.
Sarebbe forse anche il giusto momento per lasciare un ‘’pollice versus’’ ma, per scaramanzia, evitiamo ed andiamo avanti.
Anche negli infortuni meno gravi come lussazioni, fratture etc, diventa comunque importante attivare una copertura adeguata e che preveda una garanzia di ‘reddito alternativo’ in forma di diaria in caso di infortuni che impediscano di svolgere l’attività professionale anche per qualche mese.
Anche qui, le soluzioni sono modulabili a seconda delle necessità, sia in termini di capitali che di franchigie, con i relativi costi.Molte polizze infine comprendono la garanzia assistenza che può ricomprendere:
Perché spesso il musicista si può trovare all’estero per un concerto o una tournee; In questi casi avere un valido riferimento ed assistenza per le emergenze può fare la differenza…
…E noi siamo a disposizione per darvi spunti, studiare e comporre con voi, le migliori soluzioni.